Che ai tempi di una pandemia mondiale è bene ricercare nuovi termini di paragone e confronto in ciò che pensiamo e sentiamo dentro noi stessi.
Non smettiamo di cercare mai, perché se interrompiamo di farlo, spegniamo per sempre quella lieve scintilla che continua a illuminare la nostra vita anche nei momenti peggiori.
Ricerca e condimento, la ricetta perfetta per questa esistenza.
Le spezie servono nella nostra realtà come nei biscotti a Natale. E va bene esagerare. Come quando prepari quei condimenti pieni di ingredienti avanzati, curry, cipolle, maionese e speri che in fondo il sapore sia buono. Lo è spesso e a volte solo perché lo abbiamo auspicato.
Abbiamo il dovere di raggiungere i luoghi che ci fanno sentire davvero ciò che vogliamo essere e il diritto di divenirlo, qualora non lo fossimo.
E come Eudemonismo: la dottrina morale che riponendo il bene nella felicità (eudaimonia) la persegue come un fine naturale dell’esistenza umana.
La parola non solo indica gioia ma l’accettazione del diverso e la tranquillità che si raggiunge con gli altri. Le persone hanno dentro di sé la necessità di elevare le proprie visioni della vita, degli obiettivi, dei traguardi, delle emozioni che le portino a soddisfare la loro sete di sentimenti, di verità e di analisi degli aspetti profondi di certi eventi e situazioni esistenziali.
Che dal coltivare l’eudemonismo potrebbe persino scaturire una via di uscita reale a questo anno da schifo che è il 2020.
E come Entusiasmo. Che per tante emozioni negative tra le quali dolore, paura, smarrimento, ne possiedo una che mi sento di non aver perso mai: l’Entusiasmo e il bisogno di circondarmi di persone positive capaci di apportare ricchezza alla mia vita.
Di solito si chiamano amici e sono quelli che puoi scegliere liberamente, quelli che spesso incontri per caso e diventano parti talmente vicine al tuo cuore da entrarvi a risiedervi di diritto e prepotenza. La famiglia è questione di fortuna e di caparbietà nel costruire un buon lavoro di squadra con le persone che ne fanno parte e che, ahimè, non puoi scegliere… ma gli amici, quelli sì che sono scelte nel piano del proprio eudemonismo.
È un lavoro difficile quello della scelta delle amicizie e anche il successivo addomesticamento e mantenimento, ma il prodotto che ne deriva in fatto di sentimenti, presenze, emozioni, condivisioni è impagabile: un fiore che sboccia e non appassirà per molto tempo, forse per sempre, se le basi sono vere e sincere e se sapremo elargire la giusta quantità di acqua, al bisogno.
Poi c’è Concetta.
E come Empatia: quella che si percepisce al solo pronunciare il suo nome, adesso.
Concetta è una persona che non conosco. Legge la mia pagina Glisser e regala a ogni mio pezzo di scrittura un cuoricino. Non è nel mio cuore, non so nemmeno che faccia ha, cosa adora della vita, che lavoro fa, che passioni coltiva, quanti anni ha, come cucina le uova, se fritte o sode. Lei non sa che io odio le uova perché non gliel’ho mai detto.
Però sa che adoro i pepparkakor, quei profumatissimi biscotti speziati svedesi che soprattutto a Natale finiscono nei nostri pomeriggi di tisane, dolcezze e calduccio sui divani. Lo sa perché l’ho raccontato in un post. Un pezzo di scritto ironico nel quale invito le mie amiche che si recheranno prossimamente all’ikea, a prendermi una scatola di pepparkakor.
Concetta non è una mia amica ancora: mi scrive un messaggio e mi dice che si è recata all’Ikea e mi ha comprato due pacchi di quei biscotti e sta cercando di trovare il modo di farmeli recapitare.
Perché? Le chiedo stupita e senza tante parole, incapace a trovarne di davvero pertinenti, innanzi a questo gesto tenerissimo.
È che davanti ad azioni straordinarie per la loro semplicità scioccante, non siamo preparati al “non stupore”. Difficilmente riusciamo a includerle nella nostra scaletta della dottrina eudemonistica, come qualcosa di “normale e ordinario”.
Piccoli gesti per fare felici le persone. Siamo completamente disabituati a questo.
Concetta è quel tipo di serendipità empatica che se incontri per caso sulla strada andrebbe sempre raccolta come dono e poi coltivata: voglio andare a prendere quei pepparkakor da lei e conoscerla personalmente. Anche se Persone come lei sono punti luminosi che brillano e che sappiamo già di che buona pasta sono fatte.
Adoro la lettera E! Non solo perché è l’iniziale del mio nome, ma perché è l’unica lettera che ha il potere di unire davvero.
Una vita ordinaria di schemi E persone come Concetta che stupiscono ancora con gesti straordinari.
Concetta che, ancora per poco, non fa ancora parte della mia vita E tante altre persone che invece, immeritatamente ne fanno parte e dovrei avere il coraggio di scansare.
La bontà dei pepparkakor sul divano caldo e famigliare E il resto della vita fuori che continua a metterci alla prova, in questo 2020 al quale continueremo a resistere E combattere.
L’eudemonismo E i nostri sogni ai quali non dovremo smettere di credere mai.